Monte Alban: visita all’antica capitale zapoteca di Oaxaca
Ci sono luoghi che restano impressi non solo per la loro bellezza ma anche per le vicende alle quali hanno fatto da involontaria cornice: è quello che è accaduto a me con il sito archeologico di Monte Alban, durante il viaggio in Messico!
Ogni volta che chiudo gli occhi vedo ai miei piedi la splendida piazza principale, con i suoi colori verde-ocra, con i templi e le terrazze che si affacciano sull’azzurro infinito della valle di Oaxaca: è uno di quei panorami che, anche a distanza di anni, non riesco a scordare.
Eppure, se cerco tra i ricordi della giornata che trascorremmo tra queste rovine, prima visita della nostra permanenza di 3 giorni a Oaxaca, la mia attenzione si concentra soprattutto sull’incontro, fortuito, avvenuto con un ragazzo messicano, che chiamerò Juan (in parte perchè non ricordo più il suo nome vero ma anche se lo ricordassi non lo riporterei).
Quell’inaspettato incontro, infatti, mi permise di scoprire un aspetto a me sconosciuto del Messico.
MONTE ALBAN: STORIA DEL SITO E INFO UTILI
L’area archeologica di Monte Alban è una delle attrazioni più famose dello stato di Oaxaca: sorge su un altipiano, a circa 10 km dal capoluogo Oaxaca, e, se volete evitare tour organizzati, è raggiungibile con pullman e/o taxi.
Si tratta di una delle più antiche città del Mesoamerica, il più importante centro culturale e politico della civiltà Zapoteca, che popolava anticamente questa zona: il sito risulterebbe abitato approssimativamente dal 500 ac fino al 750 dc.
L’area archeologica sito si trova su un altipiano a circa 6000 piedi sopra il livello del mare e nel 1987 è stata dichiarata Patrimonio Mondiale Unesco.
Oltre a edifici e templi, è possibile visitare anche il museo archeologico, che raccoglie gli oggetti rinvenuti nel corso degli scavi archeologici a Monte Alban.
Per avere informazioni su orari e visite è possibile fare riferimento ad un paio di siti:
– il primo è Mexico e Cultura, dove la pagina dedicata, è disponibile sia in inglese che in spagnolo e dove è possibile anche fare un tour virtuale
– il secondo è il sito dell’INHA, Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico, e qui la pagina è disponibile solo in lingua spagnola.
VISITA ALLE ROVINE DEGLI ZAPOTECHI, TRA TEMPLI, NATURA..E INSOLITI INCONTRI!
Arrivammo a Monte Alban con un autobus preso davanti all’Hotel Meson del Angel di Oaxaca: da una breve ricerca su internet sembrerebbe che ancora oggi sia da qui che partono i mezzi pubblici per raggiungere Monte Alban.
Ricordo che appena entrate nell’area archeologica rimasi incantata: se Teothiuacan, per quanto bella, mi era apparsa un po’ artefatta, l’atmosfera di Monte Alban era tutt’altro…qui si respirava “storia” immersa in una meravigliosa natura!
Quello che ricordo di più a distanza di 15 anni è la Gran Plaza, la piazza principale: dalle piattaforme circostanti la vista è notevole e affaccia sul cosidetto edificio J, particolare struttura a punta di freccia, probabilmente usata come osservatorio astronomico.
In questa zona si trova anche il tempio dove sono stati rinvenuti i los danzantes, le famose figure scolpite su pietra, tra i reperti più antichi dell’area, e il cui ruolo non è ancora stato chiarito dagli studiosi.
La visita all’area archeologica fu molto piacevole anche perchè oltre a noi non c’erano molti altri turisti…non ricordo però chi tra di noi venne fermata da Juan. Questo giovane messicano con il cappello di paglia, jeans, maglietta bianca, camicia verde e borsa a tracolla, richiamò la nostra attenzione.
Iniziammo a parlare in un misto di spagnolo/italiano e così venne fuori che eravamo italiane e che studiavamo archeologia: fu allora che ci invitò a seguirlo…di solito non è raccomandabile seguire persone appena conosciute ma noi eravamo in 4 e soprattutto Juan non sembrava affatto animato da cattive intenzioni…in ogni modo, lo seguimmo!
Arrivati in una zona un po’ appartata, Juan aprì la sua borsa e iniziò a tirare fuori una serie di oggetti: si trattava per lo più di statuette votive ma c’erano anche piccoli vasi…non serviva un laurea in archeologia per capire che si trattava di reperti archeologici trafugati da qualche sito della zona!
Ovviamente il contrabbando di reperti archeologici in Messico è illegale, eppure questo non gli impediva di avvicinare turisti stranieri alla luce del sole, in cerca di eventuali compratori.
Juan (molto paziente nel rispondere alle domande che iniziammo a fargli) ci confermò che i reperti venivano da siti ancora non “ufficialmente” ritrovati o comunque scavati: facemmo così conoscenza con un aspetto del Messico con il quale non ci saremmo aspettate di entrare in contatto, il contrabbando di reperti archeologici.
Secondo un articolo di El Universal del 2010 il Messico è considerato uno dei paesi più colpiti dal saccheggio di beni culturali:
dei 42.991 siti archeologici registrati per INAH a giugno di quest’anno, si considera che il 40% abbia subito saccheggi, secondo Bianca Paredes, della direzione del registro pubblico dei monumenti e zone archeologiche
Non stento a credere a questi numeri, se noi stesse, viaggiatrici occasionali, ne siamo state in qualche modo “toccate”; il problema però non riguarda solo il Messico, come avrei avuto modo di scoprire l’anno successivo anche in Perù.
Non è poi così insolito pensare che in paesi con tassi di povertà molto alti, i beni culturali vengano considerati più come un’occasione per guadagnare qualche dollaro da portare a casa che come patrimonio storico da preservare; e certo Juan non sembrava sfidare le leggi per noia (la pena per contrabbando di reperti è di 12 anni di prigione secondo l’accordo internazionale firmato nel 1972 dal Messico).
Inoltre non è da escludere che, lui stesso potesse essere solo l’ultimo anello di una catena ben più lunga che chissà a chi portava: purtroppo la situazione non consentiva di approfondire oltre una questione così delicata e così, ringraziando Juan per la disponibilità, ci salutammo.
Nel corso del nostro viaggio non ci capitò più di incontrare venditori di reperti archeologici nei siti che visitammo e mi auguro che, da questo punto di vista, le cose siano migliorate in questi ultimi 15 anni!
Il patrimonio archeologico del Messico non è sicuramente facile da gestire ma può rappresentare una risorsa immensa per questo paese, visto che attrae ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo.
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