Arequipa, la città universitaria del Perù
Se Lima ha rappresentato il primo impatto con il Perù, Arequipa è stata, senza ombra di dubbio, la città che ho preferito di tutto quel viaggio: qui infatti, oltre a visitare splendidi monumenti ho avuto anche modo di entrare in contatto con la società peruviana, in un momento particolare della storia di questo paese.
Arrivammo ad Arequipa in autobus alle prime ore del mattino del 22 novembre 2002: ad accoglierci fu il rumore dei clacson delle auto che affollavano il centro cittadino, spettacolo usuale a quell’ora di mattina come potemmo constatare nei giorni successivi!
Oggi la possibilità di scelta tra B&B, ostelli, appartamenti in affitto è decisamente maggiore che nel 2002: noi riuscimmo a trovare una stanza all’Hostal Santa Catalina, un b&b che ho scoperto essere tutt’ora esistente. All’epoca era molto spartano ma a noi interessava che fosse pulito, ad un prezzo congruo e situato a due passi da Plaza de Armas, cuore di Arequipa, dove si trovavano anche cafè e ristoranti.
Vi rimanemmo in tutto 4 giorni, durante i quali esplorammo Arequipa ed effettuammo anche un’escursione di 2 giorni al Canyon del Colca.
AREQUIPA: DA CITTA’ DEGLI INDIOS AYMARA A PATRIMONIO UNESCO
Arequipa è la terza città per importanza del Perù, dopo Lima e Cuzco. Se Lima è la capitale moderna e Cuzco l’antica capitale Inca, Arequipa oltre ad essere un centro economico molto sviluppato può essere definita la città universitaria: qui infatti si trovano tutte le principali Università del Paese!
Adagiata ai piedi di El Misti, vulcano ancora attivo, a 2328 metri di altitudine, la città ha una sua forte identità: la fondazione risalirebbe a popolazioni di indios aymara giunte qui dal lago Titicaca. Secondo la leggenda il nome le fu dato dal re Inca Manco Capac che, affascinato dallo splendore della valle circostante, ordinò al suo seguito di fermarsi dicendo “Ari quipay” (Sì, restate). Secondo altri il nome avrebbe origine quechua, uno degli innumerevoli dialetti pre-incaici.
La struttura della città è quella classica coloniale di epoca spagnola: il cuore è rappresentato da Plaza de Armas, dove si affacciano la Cattedrale, costruita nel 1656 ma danneggiata nel corso dei secoli da incendi e terremoti, e La Compañia, una delle chiese più antiche di Arequipa, databile al 1654.
Da Plaza de Armas, cuore della vita sociale, si sviluppa la schacchiera di vie tipiche delle cittadine sud americane.
L’area su cui sorge arequipa è nota per l’attività sismica: intorno alla città, oltre a El Misti, si trovano i vulcani spenti Pichu Pichu e Chachani. Nel corso dei secoli i terremoti hanno comportato il danneggiamento di diversi edifici coloniali: molti però si sono conservati, tanto che dal 2000 il centro della città è stata nominato patrimonio Unesco.
Il colore bianco degli edifici del centro storico ha valso ad Arequipa il soprannome di Città Bianca.
MANIFESTAZIONI DI PIAZZA: IL PERU DOPO LA DITTATURA FUJIMORI
Non ci fu giornata della nostra permanenza ad Arequipa che non fosse scandita da un manifestazione di piazza: il primo giorno ci imbattemmo nei lavoratori delle ferrovie che protestano per il taglio delle pensioni; seguirono studenti e docenti universitari che protestavano per la privatizzazione dell’Università, fino alla grande manifestazione che li vedi riuniti tutti insieme l’ultimo giorno della nostra permanenza.
La presenza di tutte queste manifestazioni non era casuale: non conosco quale sia la situazione attuale ma nel 2002 il Perù era senz’altro un paese in fermento, dopo l’uscita da dieci anni di dittatura Fujimori e il tentativo di ripresa sotto tutti i profili: economico, sociale, culturale.
Il governo Toledo, vincitore delle elezioni dell’anno precedente, sembrava non godere più del consenso popolare. Come capimmo parlando con alcune persone del luogo, la dittatura Fujimori aveva favorito grandi aziende del Giappone, paese di origine di Fujimori, ma con la fine del regime e la fuga dell’ex dittatore, il Perù si finalmente aperto al libero mercato: con l’arrivo delle multinazionali estere, però, la situazione per le realtà locali era peggiorata, a causa della forte concorrenza, della mancanza di know-how e dell’assenza di supporti dallo Stato.
La difficile situazione economica, come sempre, aveva conseguenze anche sul piano dell’ordine sociale.
A spiegarci cosa stava avvenendo fu, tra i tanti, Jorge, un avvocato di Arequipa che incontrammo durante una delle manifestazioni in Plaza De Armas:
Il Perù esce da dieci anni di dittatura e Toledo non ha un vero programma politico. L’apertura alle multinazionali estere sta distruggendo il tessuto sociale. Colpa di quella che chiamate globalizzazione. Durante la dittatura chiunque provasse ad esprimere un opinione diversa o contraria alla linea del governo veniva perseguito come terrorista. Ora però le cose sono cambiate, lo vedete anche voi. Il Perù ha speranza: è l’istruzione la sola via di salvezza e per questo i peruviani scendono in piazza oggi
Non so quale sia oggi la situazione di questo meraviglioso paese ma all’epoca stavamo assistendo all’alba di una nuova era che si presentava difficile ma piena di speranza.
DUE GIORNI AD AREQUIPA: MIRADOR, MONASTERO DI SANTA CATALINA E MUSEO SANTUARIOS ANDINOS
Personalmente avrei potuto trascorrere i giorni ad Arequipa seguendo solo le manifestazioni di piazza ma la mia compagna di viaggio voleva, giustamente, vedere anche il resto della città, e così pattuimmo di intervallare manifestazioni a visite a chiese e musei.
Arequipa non ha un sito ufficiale ma sul sito del turismo peruviano esiste un elenco delle principali attrazioni di questa città:
Non avendo molto tempo a disposizione, fummo costrette a selezionare molto!
Mirador di Yanahuara
Il primo giorno decidemmo di salire al mirador di Yanahuara, un sobborgo di Arequipa dove, nella piazza centrale, si trova un meraviglioso punto panoramico: da qui è possibile ammirare il vulcano Misti, il Chachani e il Pichu Pichu.
Oltre alla vista dei vulcani, suggestivi sono anche gli archi che incorniciano il paesaggio: costruiti negli anni ’70 del Novecento riportano, ciascuno, un verso di un poeta che ha cantato la bellezza di Arequipa nel corso della storia.
Yanahuara e il suo mirador si trovano a un paio di chilometri dal centro di Arequipa: si possono raggiungere con i mezzi pubblici oppure a piedi, come decidemmo di fare noi al ritorno.
Una bella camminata ma ne vale la pena!
Monastero di Santa Catalina
La lunga passeggiata dal Mirador di Yanahuara ci condusse fino al Monastero di Santa Catalina, una delle principali attrazioni di Arequipa.
Fondato nel 1580 da una ricca vedova, Maria de Guzman, il Monastero di Santa Catalina è una delle costruzioni più suggestive del Perù.
La storia racconta che la fondatrice accogliesse solo giovani provenienti dalle migliori famiglie spagnole. Quest’ultime godevano di serve personali e conducevano una vita mondana invitando artisti musicisti e dando feste. Una situazione che finì per infastidire la chiesa di Roma tanto che nel 1871 venne inviata una nuova responsabile, una suore domenicana, che riportò il convento ai più tradizionali valori di povertà, castità e meditazione.
Da allora e fino al 1971 il monastero restò luogo di clausura: quando però il sindaco di Arequipa obbligò le religiose a dotarsi di acqua corrente ed elettricità: il costo dei lavori da sostenere costrinse queste ultime ad aprire parte della struttura al pubblico, con l’introduzione di un biglietto.
Visitare il monastero è come perdersi in un regno magico e fuori dal tempo: su 20.000 mq si estende una sorta di piccola cittadina, coloratissima, dove ogni settore è dedicato ad una delle principali città spagnole (Cordoba, Granada etc) e delle quali ricostruisce le atmosfere.
Un labirinto di stradine che si aprono su celle che tutto ricordano meno la clausura, dotate di cucina bagni e stanze per la servitù e caratterizzate da colori sgargianti: rosso e azzurro. Ogni stanza presenta inciso sulla porta il nome della proprietaria. All’interno del convento si trovano anche una piscina ed una farmacia molto attrezzata.
Il monastero di S. Catalina è uno dei monumenti religiosi che ricordo con più piacere del Perù, un esempio nella cura di patrimonio storico – artistico di questo paese e nel modo di renderlo fruibile ai turisti in maniera intelligente, come dimostra anche il sito internet ufficiale di cui è dotato oggi!
Museo Santuarios Andinos
Non so perchè sia così difficile trovare informazioni online sul Museo Santuarios Andinos di Arequipa: non si tratta infattidi una struttura di poco conto, anzi!
Al suo interno è conservata la mummia di Juanita, la quattordicenne inca rinvenuta sul Monte Ampato nel 1995 dall’antropologo Joahn Reinhard e da Miguel Zarate.
La ragazza sarebbe morta congelata tra 1440-1450 e venne trovata grazie all’eruzione del vulcano Sabancaya che aveva provocato lo scioglimento di parte delle nevi e aveva fatto affiorare alcuni reperti di un sito inca, tra i quali anche il contenitore con il corpo perfettamente conservato di Juanita.
La scoperta fece notizia all’epoca e la mummia rappresenta l’attrazione principale del museo: purtroppo all’epoca non era possibile fare fotografie.
Il Museo Santuarios Andinos si trova in calle La Merced 110: è gestito dall’Università Cattolica di Santa Maria ed è dotato di una pagina sul sito del Ministero del Turismo.
ESCURSIONI: NIENTE VULCANI MA CANYON DEL COLCA
Da Arequipa il mio desiderio sarebbe stato visitare la zona dei vulcani: all’epoca però l’unico modo per farlo era quello di noleggiare un’auto con guida privata, per un costo (per noi) proibitivo!
Per questo decidemmo di ripiegare sull’attrazione turistica più comune, ovvero la visita al Canyon del Colca, per la quale esistevano decine di tour: ne acquistammo uno della durata di due giorni presso un’agenzia turistica e ci preparammo per una fantastica escursione sulle Ande…della quale mi ricorderò tutta la vita!
Arequipa, Perù
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Arequipa, Perù
Paseo de la Catedral, Arequipa, Perù
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