Ylenia Caioli

Cabo da Roca: tra terra e cielo, all’estremità più occidentale del continente europeo

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cabo da roca

Un infinito senso di libertà, sospesa tra terra e cielo: è la sensazione che ho provato a Cabo da Roca, davanti alla sterminata distesa di blu che colora l’orizzonte.

La punta più occidentale del continente europeo è stata l’ultima escursione del viaggio in Portogallo, eppure è probabilmente quella che mi è rimasta più impressa nella mente.

veduta da cabo da roca

Questi paesaggi brulli e selvaggi, a strapiombo sul mare, sono i ricordi più vividi che ho portato a casa e uno dei motivi per i quale mi piacerebbe tornare presto in Portogallo.

CABO DA ROCA: DA FORTE A PRIMO FARO DEL PORTOGALLO

costa portoghese

La conformazione naturale di Cabo da Roca (capo di roccia), sospeso a 140 metri sul livello del mare, lo rende una naturale postazione di controllo per l’accesso via mare alla città di Lisbona.

Non stupisce quindi che qui vi fosse già una fortezza nel XVII sec, della quale però non rimane praticamente nulla.

Faro di Cabo da Roca

Oggi Cabo da Roca fa parte del Parco Naturale di Sintra – Cascais, una delle area protette del Portogallo che racchiude molte bellezze, naturali e non solo.

Il promontorio è dominato dall’imponente faro, costruito nel 1772, anche se l’attuale struttura risale al 1842. Pare che questo sia stato il primo faro costruito in Portogallo.

Croce monumento di cabo da roca

Sulla punta più estrema della scogliera si trova il monumento in pietra, sormontato da una croce, che segna l’estremità più occidentale del continente europeo.

Sul monumento sono riportate le coordinate geografiche del luogo e la citazione delloe scrittore del cinquecento Luis Vaz de Camoes, autore del poema epico I Lusiadi.

Proprio nel poema, infatti, de Camoes definisce queste terre

Aqui
onde a terra se acaba
e o mar comeca

(Qui, dove la terra finisce e comincia il mare)

citazione di Luis Vaz de Camoes

L’accesso a Cabo da Roca è gratuito. Oltre al faro e al monumento, sono presenti solo un piccolo ufficio informazioni turistiche, dove è possibile farsi rilasciare un certificato a pagamento che attesta la presenza, un ristorante-caffè, dei bagni pubblici e un negozio di souvenir.

Per tutte le informazioni utili è possibile consultare la pagina del sito delle aree protette del Portogallo.

Attenzione! Ricordate che Cabo da Roca è battuto da forti venti: portatevi qualcosa per coprirvi. Inoltre la scogliera può essere pericolosa se non si rimane nell’area delimitata dalla recinzione dai cartelli di pericolo.

COME RAGGIUNGERE CABO DA ROCA, IN AUTO O CON I MEZZI PUBBLICI

veduta costa portoghese da sintra

Cabo da Roca si trova a meno di 20 km da Sintra e a circa 40 km da Lisbona.

E’ possibile raggiungerlo facilmente in auto grazie alla A5, in un’ora circa. La zona offre ampia possibilità di parcheggio gratuito.

Se come noi invece volete affidarvi ai mezzi pubblici, potete raggiungere Sintra in treno e da qui prendere l’autobus 403 che collega Sintra a Cascais e che parte proprio dalla stazione.

Il servizio è effettuato da ScottUrb e gli orari variano a seconda della stagione. Sul sito della società di trasporti è possibile consultare le tabelle stagionali.

autobus 403

Il biglietto viene fatto a bordo e il viaggio per raggiungere Cabo da Roca dura circa 40 minuti.

Attenzione: se volete rientrare da Cabo da Roca a Sintra ricordate che dovrete prendere gli autobus che arrivano da Cascais; viceversa se da Cabo da Roca volete proseguire per raggiungere Cascais dovrete prendere l’autobus che arriva da Sintra. Di solito si alternano.

ESCURSIONE A CABO DA ROCA, LA PUNTA PIU’ OCCIDENTALE D’EUROPA

vegetazione a cabo da roba

Siamo partiti presto da Sintra con l’autobus 403. Durante il viaggio è possibile ammirare la variazione del paesaggio: dalla natura lussureggiante di Sintra fino alla vegetazione bassa e diradata della costa portoghese.

Questa zona infatti è quasi sempre battuta dai venti, che spesso diventano talmente forti da interessare tutta l’area del Parco. Una situazione che in estate può portare a dichiarare lo stato di allerta per rischio incendi, come era avvenuto nei tre giorni precedenti la nostra escursione.

Appena scesi dall’autobus, abbiamo raggiunto il promontorio e qui sono rimasta senza fiato…e non solo per il forte vento!

orizzonte a cabo da roca

E’ difficile infatti spiegare la sensazione che si prova affacciandosi dal promontorio più occidentale del continente europeo, a strapiombo sull’oceano atlantico, davanti a quel blu intenso del mare che si confonde all’orizzonte con il cielo.

Il primo pensiero è stato per gli esploratori che da Lisbona partirono, secoli fa, per raggiungere l’America Latina. Qui infatti si intuisce quale desiderio irrefrenabile potesse spingerli ad alzare le vele e a compiere quel salto verso l’ignoto: la voglia di provare a raggiungere l’infinito e vedere cosa nasconde.

Un salto nel buio che oggi, in una realtà iperconnessa come la nostra, è difficilmente comprensibile se non paragonandolo alle partenze verso lo spazio.

mere portoghese

Il promontorio di Cabo da Roca è ampio e questo rende molto più tollerabile la presenza dei tanti turisti, soprattutto comitive giunte con i pullman.

La maggior parte di loro infatti si ferma ad ammirare il panorama nel piazzale della Croce e a scattarsi selfie.

Ma la vera bellezza di Cabo da Roca va cercata nei dintorni.

cartelli di divieto

Avevo notato i cartelli posti intorno alla recinzione che delimita la costa e che proibiscono di oltrepassarli, pena una multa da 30 a 300 euro.

In effetti, il promontorio può essere molto pericoloso, sia per gli strapiombi che per il forte vento: nel 2014 una coppia di turisti polacca è morta, cadendo dalla scogliera mentre si stava scattando un selfie.

Noi ci si siamo incamminati verso il lato alla sinistra del monumento con la croce (guardando l’oceano), fino a raggiungere la fine dell’area pavimentata.

Qui ho lasciato il mio fidanzato e ho deciso di provare a scendere per un po’ lungo la scogliera.

lato sinistro costa a cabo da roca

La costa infatti inizia a digradare verso le insenature sottostanti, dove si celano calette con piccole spiagge come quella di Praia do Lourical.

Attenzione! La discesa deve essere fatta con MOLTA ACCORTEZZA perchè il terreno è franoso e scosceso! Occorre quindi avere buone scarpe (da ginnastica o da trekking), non soffrire di vertigini e usare prudenza.

Inoltre ricordatevi che lo fate a vostro rischio e pericolo perchè anche in questa parte della scogliera, teoricamente non si potrebbe scendere (in questo caso non avevo visto il cartello, anche perchè in molti ci camminavano; me ne sono accorta solo quando sono risalita!)

discesa della costa

Son scesa per una quindicina di minuti fino a raggiungere un piccolo promontorio, oltre il quale si vedeva la spiaggia.

Qui mi sono fermata a godere il panorama: seduta a strapiombo sul mare, davanti all’infinito con solo il vento come compagno…una sensazione bellissima!

praia do lourical

Avrei voluto provare a scendere ancora ma era già ora di pranzo e avevo lasciato abbastanza da solo il mio fidanzato.

Non posso garantire sul proseguimento della discesa ma ho visto un altro paio di persone proseguire e credo quindi che sia possibile, anche se non agevole, raggiungere la spiaggia sottostante.

ristorante cabo da roca

Tornati al punto ristoro, ci siamo rifocillati con panini e birra, godendoci la vista sul mare dalle vetrate del bar/ristorante!

versante destro a cabo da roca

Poi abbiamo deciso di provare ad esplorare il lato opposto del promontorio, quello cioè che si estende alla destra del monumento (guardando l’oceano), oltre il Faro.

Qui l’andamento del terreno è molto pianeggiante e consente di passeggiare tranquillamente almeno per il primo quarto d’ora.

strapiombo sul mare portoghese

Raggiunta la costa, si può iniziare a scendere fino a raggiungere la spiaggia di Praia da Ursa.

Conoscevo questa spiaggia perchè proprio la sera prima avevo letto un post sul blog “I frattempi della mia vita”, dove si raccontava l’escursione da Cabo da Roca a questa spiaggia.

costa oceano atlantico

La spiaggia di Praia da Ursa è molto particolare e deve il nome ad una conformazione delle rocce che ricordava un orso gigante. Purtroppo quella conformazione non è più visibile ma potete farvi un’idea guardando le foto sul sito del Parco Naturale di Sintra.

Mi sarebbe piaciuto raggiungere la spiaggia ma la discesa richiedeva tempo, che purtroppo non avevamo: abbiamo quindi deciso di tornare verso il Faro.

praia do ursa

Se volete raggiungere la spiaggia e siete in auto, vi conviene saltare il primo quarto d’ora di camminata.

Non troverete indicazioni ma basta partire da Cabo da Roca e prendere la prima strada sterrata sulla sinistra (vedi foto sotto): percorretela tutta fino a quando non potrete più andare avanti.

Qui lasciate l’auto e proseguite a piedi.

Se siete interessati a raggiungere Praia da Ursa, vi consiglio comunque di leggere il post di Serena Proietti.

IL FASCINO DELL’INFINITO: PERCHE’ VISITARE CABO DA ROCA

yle a cabo da roca

Cabo da Roca mi ha ricordato molto la scogliera di Dún Aengus, alle Isole Aran, dove ero stata tanti anni fa: lo stesso forte vento, lo strapiombo sul mare e quel senso di libertà che si prova a trovarsi sul ciglio del precipizio, davanti all’infinito.

Entrambi sono luoghi che è difficile raccontare a parole, molto più facile “sentirli” quando si visitano.

Se amate camminare e arrampicarvi sulle rocce, non credete a chi vi dice che a Cabo da Roca non c’è nulla da fare! E’ possibile trascorrerci tranquillamente un’intera giornata, esplorando sia il versante sinistro che quello destro e divertendosi a raggiungere le varie spiagge.

Occhio però, perchè le discese non sono agevoli, richiedono prudenza, oltre che buona forma fisica, oltre ad essere vietate in molti punti. Il piazzale del promontorio e il Faro invece sono accessibili a tutti.

bottiglia abbandonata

Una raccomandazione: se decidete di fare trekking da queste parti, o comunque di passeggiare, abbiate riguardo per la natura!

Pare incredibile ma durante le nostre camminate ho trovato bottiglie, fazzoletti e altro, lasciati lì da chi era passato prima.

Non troppo per fortuna ma evidentemente non è così scontato preservare la natura, nemmeno in un parco naturale!

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