Lima e il primo forte impatto con il Perù
Atterrammo all’aeroporto Jorge Chavez di Lima in una notte calda e umida di un sabato di novembre 2002: il nostro volo toccò terra intorno alle 21, dopo quasi quattordici ore di viaggio.
La traversata era stata piuttosto piacevole: a bordo avevamo incontrato una coppia di giovani peruviani che ci avevano sconsigliato gli hotel a poco prezzo da noi selezionati sulla guida, suggerendoci invece di alloggiare in un quartiere più turistico, Miraflores. All’inizio non ero troppo convinta di seguire le loro indicazione ma dopo il primo impatto con la capitale del Perù, cambiai idea e decidemmo di spendere un po’ più del budget previsto per stare in una zona tranquilla della città.
Il primo impatto con Lima, infatti, fu un vero e proprio pungo nello stomaco!
Durante il viaggio in taxi dall’aeroporto all’albergo, ci trovammo ad attraversare strade sporche e anonime, affollate di ipermercati e rallegrate solo da innumerevoli insegne al neon che inneggiano a grandi multinazionali: Nestlè, Volvo, Tim.
Al primo semaforo facemmo la conoscenza anche con i ninos de rua, bambini dall’età indecifrabile che prendevano d’assolto i taxi dei turisti per chiedere qualche sol (moneta peruviana).
Eravamo state a Città del Messico, l’anno precedente, ma ricordo che l’impatto con Lima fu molto, molto più pesante.
LIMA, LA CAPITALE DEL PERU
Lima è la capitale del Peru e la città più grande del paese, con oltre un terzo degli abitanti dell’intero Paese; sorge ai margini del deserto, lungo la costa dell’oceano Pacifico.
Fondata da Francisco Pizarro il 6 gennaio del 1535, venne chiamata la Città dei Re (Ciudad de Los Reyes), in onore dei re Magi; oggi è soprattutto una moderna metropoli con notevoli problemi di inquinamento.
Se cercate qualche informazione sulla città, potete consultare il sito ufficiale della città metropolitana, che però è solo in lingua spagnola!
MIRAFLORES: IL QUARTIERE TURISTICO DI LIMA
Decidemmo di alloggiare all’hotel “La Castellana”, un delizioso albergo turistico nel cuore di Miraflores; ho visto che l’hotel esiste ancora ed ha buone recensioni su Tripadvisor. Noi ci trovammo benissimo tanto da sceglierlo come base anche per il rientro a Lima, un mese dopo.
Quando, la mattina successiva, uscimmo dall’hotel, la prima cosa che mi colpì fu il cielo: come ebbi modo di constatare anche successivamente, al mattino il cielo di Lima non era azzurro ma più simile al colore di un vetro opaco; colpa dell’inquinamento che rendeva l’aria irrespirabile e dell’eccessiva umidità.
Solo a metà giornata il sole riusciva, in parte, a squarciare la cappa di smog e a riscaldare l’aria, favorendo la comparsa di un pallido azzurro…sarà anche per questo che ho ricordi molto sbiaditi dei colori di Lima.
Non so se oggi sia ancora così, ma all’epoca Miraflores rappresentava una piccola oasi di benessere, all’interno del caos di Lima: grattacieli, negozi di grandi marchi, giardini pubblici, puliti e ordinati, caffè dove gustare gelati all’italiana o ristoranti di ogni etnia….insomma una zona che tentava di riprodurre i modelli delle città dell’occidentale.
Quello che ti faceva capire di essere comunque in America Latina era il vociare incessante degli autisti di còmbi, i pulmini che svolgono servizio pubblico, il continuo strombazzare dei clacson dei taxi, e le facce dei ninos de rua che si spingevano dalle zone centrali fin qui in cerca di turisti.
LIMA E LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 2002
A rendere più complicato il nostro arrivo a Lima, ci si mise anche un evento politico e sociale di rilevante impatto per il Perù, ovvero le elezioni amministrative del 2002.
Che ci fosse qualcosa di strano nella nostra prima domenica trascorsa nel paese lo notammo subito dopo essere uscite in taxi da Miraflores per raggiungere il centro della città.
La città appariva quasi deserta, ad eccezione delle schiere di poliziotti pesantemente armati di mitra, disseminati lungo le strade o a presidiare monumenti.
Come ci spiegò il tassista, in Perù per le elezioni tutto il paese si era fermato, compresa la chiusura di musei e siti storici, per favorire l’afflusso al voto della popolazione; in realtà più che a votare sembrava che la gente andasse in guerra con le camionette della polizia posizionate ad ogni angolo del centro storico, a cominciare da Plaza de las Armas, la piazza principale.
C’è da dire che il Perù era appena uscito, da una vera e propria dittatura durata dieci anni, quella dell’ex presidente Alberto Fujimori, rifugiatosi in Giappone nel 2000: il perché dell’imponente schieramento militare lo capimmo nei giorni successivi, guardando i telegiornali locali che parlavano dei risultati delle elezioni accompagnati da violente polemiche su presunti brogli, e da scontri tra fazioni avverse nei sobborghi di Lima.
Fu questo il primo impatto con il Perù e fu anche uno dei motivi che ci convinsero ad allontanarci prima del previsto dalla capitale.
LIMA: LA CAPITALE DI CUI RICORDO MENO
Non ho molti ricordi dei monumenti storici di Lima, anzi, quello che mi colpisce ancora oggi, a più di dieci anni di distanza, è proprio l’assenza di impressioni vivide di almeno uno dei suoi luoghi…probabilmente Lima è una delle grandi capitali di cui ho meno ricordi in assoluto per quanto riguarda le bellezze storico-culturali.
Esclusa Plaza del Las Armas, la piazza principale, con i suoi palazzi in stile coloniale e i famosi balconi di legno, per il resto è buio totale.
Plaza de Las Armas è il cuore della città storica, luogo in cui Francisco Pizarro fondò la città nel 1535: qui si trovano il Palacio del Gobierno (costruito negli anni 20 del 1900) e La Cattedrale, secondo uno schema che si ripete in tutte le città dell’America centro-meridionale.
L’antica Cattedrale venne fondata nel 1555 ma subito sostituita da una più grande, purtroppo anch’essa andata distrutta nel terremoto del 1746: è praticamente l’edifico più antico della piazza insieme alla fontana in bronzo del 1650 e alla statua di Francisco Pizarro, che si trova in un angolo della piazza (e di cui la Cattedrale custodisce i resti).
A parte questo non ho altri ricordi del centro storico di Lima.
Ci sono un paio di siti che possono aiutare ad orientarsi in questa capitale, almeno per le cose da vedere: il sito ufficiale del turismo e questo sito privato, entrambi in inglese.
Devo dire che sarei davvero curiosa di poter tornare a visitare Lima per vedere se e come sia cambiata in questi oltre 10 anni: oggi mi piacerebbe visitare anche il Museo Nazionale e il Museo Larco, che ad essere sincera non ricordo perchè non visitammo all’epoca (probabilmente perchè non avemmo tempo sufficiente).
O forse perchè in quel periodo oltre che alle bellezze archeologiche ero interessata soprattutto a cercare di comprendere i mutamenti sociali di un paese così lontano e diverso dal mio: ecco perchè ricordo invece molto bene le varie manifestazioni di piazza, che seguii nel corso del viaggio, l’ultima delle quali fu proprio quella a Lima, il giorno prima del rientro in Italia.
In ogni modo, l’assenza di grandi attrattive nella capitale e la situazione politica post-elezione della città ci spinsero ad intraprendere prima del previsto il nostro viaggio attraverso il Perù: meno di due giorni dopo il nostro arrivo salimmo sul pulmino per raggiungere Pisco.
Jirón Carabaya, Lima 15001, Perù
Jirón de La Unión Cuadra 3, Lima Lima 1, Perù
Jirón de La Unión s/n, Lima 15001, Perù
Perù
Distretto di Miraflores 15074, Perù
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