I vulcani della Sicilia (I^ Parte): le isole Eolie di Vulcano, Panarea e Stromboli.
Ho sempre pensato che ci sia qualcosa di incredibilmente affascinante nei vulcani: con i terremoti, ai quali sono strettamente legati, rappresentano probabilmente la più maestosa espressione della potenza della Natura.
A differenza dei terremoti però, che troppo spesso sono letali, l’eruzione di un vulcano, se a debita distanza e con le giuste precauzioni, è uno spettacolo che può essere ammirato in tutta la sua magnificenza.
L’Italia si trova a cavallo tra due delle principali placche continentali della Terra, quella africana e quella euro-asiatica: questo incontro/scontro la rende un paese soggetto a terremoti e a fenomeni vulcanici.
In particolare, per questi ultimi è la Sicilia la regione di riferimento perchè qui si trovano ancora vulcani in attività e proprio la loro visita è stato uno dei motivi del mio viaggio!
Dalle Isole Eolie all’Etna, alla riserva di Macalube di Aragona: sono diverse le attività vulcaniche in Sicilia. Purtroppo, non avendo abbastanza tempo per visitare tutti i luoghi, ho dovuto accontentarmi (si fa per dire) delle principali: Isole Eolie e l’Etna.
Se siete interessati ad un primo approccio ai vulcani siciliani vi consiglio la piccola guida “Sicilia da scoprire”, realizzata per la Regione Sicilia: l’avevo trovata a BIT 2016, la fiera internazionale del turismo, e devo dire che mi è tornata utile.
Ai vulcani della Sicilia dedicherò questo e il prossimo post: iniziamo quindi dalle Isole Eolie!
VULCANO PANAREA E STROMBOLI: I VULCANI ATTIVI DELLE EOLIE
Le Isole Eolie sono un piccolo ma delizioso arcipelago che si estende nel mar Tirreno, a nord-est della Sicilia: quelle attualmente abitate sono sette, Lipari, Panarea, Filicudi, Alicudi, Salina, Vulcano e Stromboli.
Pare che il nome dell’arcipelago sia legato all’identificazione con le isole dimora del dio Eolo, nominate da Omero nell’Odissea.
L’arcipelago, in realtà, è stato abitato fin dal 4000 a.c. ed è diventato un centro popolato grazie soprattutto al commercio dell’ossidiana, materiale molto utilizzato all’epoca, e dello zolfo. Entrambe queste pietre erano presente proprio a causa dell’origine vulcanica delle isole.
L’intero arcipelago delle Isole Eolie ha, infatti, origine vulcanica anche se oggi molti dei vulcani sono spenti: quelli ancora attivi e/o dormienti si trovano a Stromboli, Vulcano e Panarea.
Le Isole Eolie fanno parte della provincia di Messina: ad oggi non sono riuscita a trovare un portale ufficiale per chi vuole visitarle ma esistono comunque diversi portali di privati con informazioni utili: ve ne segnalo uno che, ad una prima occhiata, mi pare ben fatto.
Il punto di riferimento ufficiale resta comunque il sito del comune di Lipari, sotto la cui amministrazione rientrano tutte le isole: non a caso le isole Eolie vengono chiamate anche Isole Lipari.
TOUR DELLE ISOLE EOLIE: CONSIGLIATO SOLO AL TURISTA MORDI E FUGGI
Non sapendo bene come muovermi e avendo solo un giorno a disposizione per questa tappa, ho creduto che il modo migliore per farsi un’idea generale delle Isole Eolie fosse vincere la mia ritrosia per i tour organizzati e prenotarne uno: così, abbiamo scelto il tour dedicato ai vulcani e siamo partiti per una giornata di visite a Vulcano, Panarea e Stromboli.
Non è stata una buona scelta! A posteriori mi sento di consigliare questa soluzione solo a chi è interessato a scattare selfie e foto da mostrare agli amici o a vedere le isole con il cosiddetto stile del turismo mordi e fuggi, ovvero poco e velocemente.
Se invece avete voglia di godervi queste splendide isole, di scoprirne le bellezze e fare attività, secondo me è meglio visitarle ciascuna, singolarmente: si può partire da Milazzo o da altri porti della zona, in traghetto o aliscafo, e dedicare 1/2 giorni a ciascuna isola, a seconda dei propri interessi.
La distanza con la terraferma varia a seconda delle isole e del punto di partenza: da 20/30 minuti ad oltre un’ora di navigazione.
Una soluzione ancora migliore sarebbe quella di avere a disposizione un’imbarcazione privata per spostarsi indipendentemente dall’una all’altra delle Isole Eolie: non tutti però hanno la fortuna di poter scegliere questa opzione.
Ultimo consiglio: evitate i mesi estivi, ovvero luglio, agosto e la prima metà di settembre! Come ogni altro luogo in Italia, in questo periodo anche queste piccole isole vengono letteralmente prese d’assalto!
VULCANO, IL GIGANTE DORMIENTE
Conoscevo bene Stromboli per le più o meno recenti eruzioni, mentre niente o quasi sapevo di Vulcano, terza per estensione delle isole Eolie e la prima che abbiamo toccato con il nostro tour.
Ritenuta l’antica sede del dio Vulcano, dal quale ha preso il nome, l’isola fa parte di un massiccio apparato vulcanico che si estende per lo più sotto al mare: la parte emersa è la più antica, formatasi pare oltre 100.000 anni fa.
Sul sito del comune di Lipari trovate tutte le informazioni sulla sua storia geologica e su cosa è possibile visitare.
Siamo arrivati di prima mattina al porto di Levante, sotto un cielo che si è presto coperto di nuvole, rendendo l’isola più cupa di quanto non sia in realtà: eppure a me è piaciuta fin dal primo impatto.
Il nero, il giallo e il rosso delle rocce vulcaniche, in contrasto con il verde della vegetazione circostante e il classico odore di zolfo, contribuiscono a regalare a quest’isola un velo di mistero, invogliando il visitatore ad avventurarsi alla sua scoperta….ovviamente, se ne ha il tempo!
Dal porto di Levante, infatti, è possibile scegliere tra due direzioni principali: la prima porta alla pozza dei fanghi e alla spiaggia nera; la seconda è quella che consente di salire all’area del Gran Catere.
Purtroppo, avendo a disposizione solo 1h e 30 m, non siamo potuti salire al vulcano: benchè infatti sia possibile fare la scalata liberamente, previo pagamento di un biglietto, servono almeno 3 ore di cammino tra andata e ritorno.
Ho trovato però un itinerario interessante da seguire per un futura visita.
Sull’isola si trova anche un presidio di INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: se infatti l’ultima vera eruzione di Vulcano è datata 1888-1890, ancora oggi è presenta attività sismica, la più recente datata al 1985, oltre a fuoriuscite di gas tossici ed esplosioni freatiche.
Il vulcano insomma dorme ma è sempre bene stare all’erta.
Al presidio è possibile visitare la mostra che ripercorre l’evoluzione geologica di Vulcano e, perchè no, chiedere maggiori informazioni anche sulla camminata al vulcano. Trovate tutte le info sul sito dedicato.
Dato che non potevamo salire al Gran Cratere, abbiamo deciso di evitare anche la calca dei turisti alla pozza dei fanghi: le ben note proprietà curative dei fanghi sarebbero state del tutto annullate dal confusione e dalla presenza di troppe persone!
Ci siamo così accontentati di un bagno alla spiaggia nera, che abbiamo raggiunto a piedi: la spiaggia si trova accanto al cosidetto Vulcanello, la parte più antica dell’isola, il cui processo di formazione ha avuto inizio nel II sec a.c: è una distesa di sabbia nera, tipica delle isole vulcaniche, molto bella.
La spiaggia nera ha sia bagni attrezzati che un’area libera, dove è presente anche un piccolo chiosco, con bibite e panini.
Ripartiti con il traghetto, pensavo avremmo navigato verso la Piscina di Venere e la Grotta del Cavallo, ma la nostra imbarcazione ha puntato direttamente sull’Isola di Panarea: quando ho provato a chiedere alla nostra guida una spiegazione, quest’ultima è letteralmente caduta dalle nuvole e mi ha risposto che probabilmente non era possibile avvicinarsi.
Peccato, perchè da quel che avevo letto, sono una delle meraviglie dell’Isola di Vulcano.
PANAREA E IL VILLAGGIO DELL’ETA’ DEL BRONZO
Tra le Isole Eolie, Panarea è la più piccola ed è famosa soprattutto per la presenza di Vip, che qui spesso trascorrono le vacanze.
Devo dire che questo “status” si respira fin dall’attracco nel porto di San Pietro: dai perfetti negozi che si affacciano sulla piazza principale, alle strade ordinate, alle file di linde casette bianche ognuna con i suoi bouganville, che si trasformano in vere e proprie villette, una volta usciti dal borgo principale.
Ad essere sincera, di quel poco che ho visto delle tre isole, Panarea è probabilmente quella che mi è piaciuta meno: non perchè non sia bella, anzi, probabilmente perchè l’ho percepita fin troppo turistica…impressioni personali di una visita di meno di 2 ore!
Non sapevo, però, che anche su quest’isola fosse stata rilevata attività vulcanica: pare infatti che nel 2002 si sia verificata una significativa emissione di gas attorno all’isolotto di Bottaro che ha prodotto un cratere di circa 10 m e il rilevamento di significative quantità di gas magmatici.
La fumarola non è visitabile ma è monitorata da INGV.
Visto che non avevamo alcuna voglia di trascorrere il poco tempo a disposizione facendo shopping nei negozi del porto, come suggerito dalla guida, abbiamo deciso di avventurarci alla ricerca del Villaggio dell’Età del Bronzo, a Punta Milazzese.
Si tratta del poco che resta di un antico villaggio dell’età del bronzo, appollaiato su un promontorio, a 40 minuti di cammino dal porto: la passeggiata è suggestiva, attraversa il villaggio, raggiungendo la chiesetta del borgo e permettendo poi di costeggiare l’isola.
Peccato averla dovuta affrontare praticamente di corsa, sotto il sole di fine agosto e senza acqua!
L’alternativa è quella di utilizzare i risciò: ammetto che, al ritorno, abbiamo provato ad affittarne uno ma l’atteggiamento strafottente dei guidatori ai quali ci siamo rivolti ci ha talmente indispettito da farci decidere di tornare a piedi!
Il villaggio dell’Età del Bronzo, o di Punta Milazzese, risale al XV-XIII sec a.c e sorge sul promontorio accanto alla splendida caletta degli Zimmari.
E’ stato scoperto nel 1948 e scavato in più campagne fino al 2009.
Non è rimasto quasi niente delle antiche abitazioni in pietra ma la posizione difensiva a picco sul mare e raggiungibile solo attraverso lo stretto istmo di terra, lo rende un luogo suggestivo.
L’accesso al sito è gratuito mentre i resti rinvenuti durante le campagne di scavo, tra cui diversa ceramica micenea, sono visibili al museo archeologico “Bernabò Brea” a Lipari.
Se volete potete dare una rapida occhiata al sito in questo mini-video che ho girato:
Rientrati di corsa al porto, devastati dal caldo e dalla sete, abbiamo deciso di seguire uno dei suggerimenti della guida: ci siamo così gustati una deliziosa e rinfrancante granita pesca e malvasia!
Appena in tempo per risalire sull’imbarcazione e prendere il largo alla volta di Stromboli
STROMBOLI, IL VULCANO ATTIVO IN MEZZO AL MARE
Si erge maestosa con la sua forma conica in mezzo ad un blu infinito: Stromboli è la più lontana isola dalla costa siciliana e già solo navigando verso di lei non si può che avvertire un timore reverenziale.
Insieme all’Etna, questo è uno dei vulcano attivi d’Italia e forse il più suggestivo, dato il suo isolamento. Il nome deriva dal greco Στρογγύλη che significa rotondo ma i siciliani lo chiamano anche Iddu, cioè Lui.
Lo Stromboli è la punta di un iceberg vulcanico che si estende per 1500 metri sotto il livello del mare: il cuore antico dell’isola è lo Strombolicchio, l’isolotto che si trova poco più avanti.
L’attuale isola abitata si è formata successivamente, nel corso di secoli di eruzioni vulcaniche.
Le eruzioni hanno plasmato l’isola dandole l’attuale forma e creando evidenti colate sui fianchi: la più famosa è la Sciara del Fuoco ma costeggiandola si intravedono molto bene le sciare più antiche.
Arrivando da Panarea si incontra prima il porto del minuscolo villaggio di Ginostra, il più antico luogo abitato dell’isola.
Il porto di attracco per i tour invece si trova più a nord, superata la Sciara Vecchia: è qui che si trova il moderno borgo di Stromboli.
Il paese è molto carino ma anche fin troppo turistico: dopo un veloce bagno nella spiaggia vicino al porto, siamo saliti verso piazza San Vincenzo, dove si trova l’omonima chiesa.
Le strade sono costeggiate da negozi, bar, ristoranti, tutti pieni di turisti, la maggior parte sbarcati proprio da tour come il nostro.
Dato che il poco tempo a disposizione non permetteva di salire al vulcano a piedi, ne abbiamo approfittato per farci una pizza veloce (ma molto buona) e un paio di birre, ammirando la vista.
Ridiscendendo verso il porto abbiamo avvistato la nostra prima eruzione.
Lo Stromboli infatti è sempre in attività, di giorno come di notte, e proprio per questo, come a Vulcano, è presente un centro di monitoraggio INGV.
Nel centro è illustrata la storia del vulcano e la sua attività nei secoli che dura da oltre 2000 anni: si tratta di un tipo di attività talmente particolare da aver dovuto coniare l’aggettivo di “stromboliana” per definirla.
In pratica si tratta di
“un’espulsione con cadenza ritmica e ininterrotta di magma incandescente”.
Purtroppo quando siamo arrivati al centro INGV lo abbiamo trovato chiuso.
L’osservazione dell’attività stromboliana può essere fatta in due modi: il primo è raggiungere la cima scalando il vulcano, accompagnati da una guida, escursione che può essere fatta sia di notte che di giorno; il secondo, è osservare il vulcano da un’imbarcazione, al largo della Sciara del Fuoco.
Noi siamo stati obbligati a quest’ultima opzione: ci siamo quindi posizionati a largo, insieme alle imbarcazioni degli altri tour, e abbiamo atteso.
Ci sono volute ore ma alla fine siamo riusciti a vedere diversi piccoli zampilli di magma, uno spettacolo davvero suggestivo…certo, lo sarebbe stato molto di più se non avessi avuto intorno decine e decine di persone accalcate le une sulle altre con l’unico obiettivo di scattare foto!
Intendiamoci, anche a me piace scattare fotografie ma ho il buonsenso di non portarmi il cavalletto della macchina fotografica su un’imbarcazione occupata da quasi un centinaio di persone, costrette a stare tutte ammassate su un solo lato per riuscire a vedere qualcosa.
Inoltre, il piacere primo, almeno secondo me, dovrebbe essere quello di ammirare il fenomeno naturale, godendosi una delle più belle manifestazioni della natura, e non quello di scattare foto a raffica o postare in diretta sui propri social.
Anche perchè difficilmente in simili condizioni è possibile immortalare scatti degni del National Geographic…evidentemente, però, il mondo è bello perchè vario!
Questa esperienza comunque mi ha confermato ciò che già avevo avuto di sperimentare: ovvero che i tour organizzati, in generale, non fanno proprio per me!
Sono convinta che le Isole Eolie guadagnino molto di più in magia e bellezza se visitate in altro modo e in altri periodi dell’anno.
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